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Thorn e il suo rapporto con Berenilde ed una ricostruzione temporale dell'infanzia di Thorn Empty Thorn e il suo rapporto con Berenilde ed una ricostruzione temporale dell'infanzia di Thorn

Mar Ago 04, 2020 4:06 pm
Inizio subito con il dire che la seguente riflessione è nata in risposta ad uno scambio di commenti che io e l'autrice di questa fanfiction (Into The Deep), abbiamo iniziato ad avere in relazione al secondo capitolo della sua storia, quello che MaxB dedica a Thorn ed in particolare che sviluppa partendo dalla digressione che possiamo leggere dalle pagine 467-470 del capitolo "I Dadi" de "Fidanzati dell'Inverno". Prima di ogni altra cosa, andatevi a leggere la sua storia perché merita davvero: è ben scritta e, soprattutto, arriva da una persona che ama profondamente la saga e questo si capisce da ogni rigo che ha scritto.
Arrivando al nocciolo del thread, devo precisare fin da subito di non aver mai messo in dubbio l'affetto che Berenilde prova per Thorn e viceversa. Però, ho sempre notato un lieve distaccamento tra i due che non ho potuto fare a meno di interpretare come il fatto che Thorn non sia il di lei figlio naturale e che quindi, anche se in minima parte, questo abbia comunque creato un po' di freddo distacco tra di loro. Ed eccoci qui, quindi, a parlare della cosa.
E' come dire, e non saprei se la frase possa essere calzante, che Thorn e Berenilde si vogliono bene pur mantenendo sempre un certo grado di obbiettività nel giudicarsi vicendevolmente cosa che, in famiglia, in genere si fa fatica a fare. Mia madre, ad esempio, non riesce mai ad essere obbiettiva fino in fondo con me ed è convinta che io sia uno dei suoi più grandi successi nella vita (e credo che questo sia vero per qualsiasi madre che sia felice di essere madre, anche se pure questo sarebbe un argomento delicato, ma non siamo qui per parlare di questo), e parlo di una signora che ha quasi sempre fatto la casalinga e mai si è cimentata in una carriera lavorativa o mai ha avuto aspirazioni artistiche, ad esempio, come accade per la stessa Berenilde (nessuna carriera, nessuna particolare aspirazione artistica di sorta etc). Per lei, Thorn è qualcuno a cui si vuole molto bene, ma sulla questione "il più grande successo"... non so, credo strida. Ricordiamoci che il ragazzo è un "fardello" che lei ha vinto solo per via della loro stretta parentela e che ha accettato di buon grado probabilmente a causa della sua natura estremamente materna
Spoiler:
. E' genuinamente preoccupata per lui perché sa che è un uomo retto e buono, nonostante tutto il male che ha subito, ed estremamente solo ed è terrorizzata all'idea di perdere la propria posizione a corte non tanto per sé, inizialmente, ma perché sa quanto la sicurezza del nipote dipenda da quest'ultima. Poi subentra la sua nuova ed ultima gravidanza e il suo bagaglio di preoccupazioni si sposta ed inizia a vertere completamente sul bambino che sta per avere, mettendo Thorn in evidente secondo piano in un batter di ciglia. E lo stesso Thorn inizia a trattare la gravidanza di Berenilde solo come qualcosa di cui servirsi e nient'altro, spersonificando completamente l'imminente cugina. Per tutti questi motivi credo che tra i due si mantenga fin dal principio della loro relazione un certo lievissimo distaccamento che non li renderà mai, veramente, complici fino in fondo come potrebbero esserlo una madre ed un figlio naturali che si siano accettati l'un l'altro senza se e senza ma - Berenilde stessa ammetterà con Ofelia di non riuscire a capire del tutto il nipote, nel capitolo "Le Madri" in "Gli Scomparsi di Chiardiluna", pur sapendo che la cosa di cui ha più bisogno è il cuore di Ofelia e non le sue mani. Tanto è vero che Thorn non confida nemmeno alla zia la natura della Memoria che ha ricevuto dalla madre naturale e questo è dovuto, a mio parere e come spiegavo poc'anzi, al lieve grado di distacco che esiste tra i due (causato anche dalla società in cui i due vivono e dalle sue regole). E credo che la motivazione non sia da ricercarsi nella natura di Thorn che, invero, sa diventare estremamente devoto e sincero se gli si dimostra un certo grado di affezione. Ed è proprio qui che si annida il più infido problema, la minuscola incrinazione nella superficie piattissima che Thorn mostra al mondo; non può essere sicuro di essere veramente amato da qualcuno perché non ha mai avuto, fino in fondo, questa certezza nemmeno da parte di Berenilde, dopo essere stato abbandonato dalla madre naturale. E' l'ennesima, microscopica, sfumatura con cui la Dabos crea i propri personaggi che li rende così realistici e complessi: imperfetti ed umani.
Di seguito, vorrei anche parlare del fatto di come paia che Berenilde non sembri curarsi dei maltrattamenti a cui è sottoposto il nipote mentre questi vive sotto il suo tetto. Le motivazioni potrebbero essere due: o non se n'è mai accorta (in fondo non sappiamo se sappia del tentativo di avvelenamento ai danni di Thorn, ma sappiamo per certo di come abbia ignorato per tutto il tempo del tentato omicidio perpetrato dalla madre nei confronti del neonato nipote), oppure se ha sempre saputo o sospettato, soprassedendo per svariate ragioni. Nel caso in cui la seconda opzione sia la più probabile, non credo che Berenilde sia mai passata sopra ai maltrattamenti che Freya e Godefroy fanno subire a Thorn. Nel periodo in cui è ambientata la storia principale, infatti, la dama non frequenta nemmeno più i Draghi e qualcosa avrà causato questo distanziamento dal proprio clan natale (oltre che, per lei, rappresenti un evidente motivo di vergogna a corte). Ma questi maltrattamenti lasciati passare sotto un certo educato silenzio potrebbero aver leso la fiducia che Thorn avrebbe potuto sviluppare nel tempo per lei; ricordiamoci che, invece, la donna ha reagito eccome per la morte di Petrus e Marion per i quali, assassinati dai genitori del Cavaliere, chiede e ottiene (perché non essendo stati due figli bastardi, la reazione di Berenilde è socialmente accettabile al Polo), la vendetta andando a pagare i due con la stessa moneta. Insomma, siamo un po' agli antipodi tra le due reazioni e forse questo ha avuto un certo tipo di influenza nel rapporto tra zia e nipote.
Per quanto riguarda l'infanzia di Thorn, ho cercato di ricostruire la linea temporale partendo dal periodo in cui Freya e Godefroy iniziano a maltrattare il fratellastro. La digressione che si sta prendendo in analisi (quella nel capitolo "I Dadi", per l'appunto), è talmente rapida e poco dettagliata che lascia un sacco di spazio alla libera interpretazione personale. Per prendere la cosa da un punto di vista analitico: sicuramente, quando la Dabos descrive la scena in cui Freya si lancia tra le gambe di un giovane Thorn, sbucando da un corridoio, aggiunge di come lui sia veramente felice quando la zia invita al maniero i fratellastri anche se questi gli fanno a volte male con gli artigli. La cosa peggiora quando, insieme a loro, c'è la madre etc. La scena è descritta con una tale dose di ingenuità che mi ha fatto pensare che Thorn non fosse così grande all'epoca di questo particolare episodio perché, ancora, sembra incapace di distinguere l'odio sotterraneo che scaturisce dalla discriminazione. A livello teorico, se teniamo conto di questa descrizione tratteggiata della psicologia di Thorn, questi non avrebbe dovuto avere più di 11-12 anni. Freya e Godefroy che all'epoca giocavano con lui e al tempo stesso già gli facevano male, mi hanno dato l'impressione che si comportassero come due bulli - abbastanza in linea con l'età, prepuberale, che i due avrebbero dovuto avere - e i bulli sono tali nei confronti o di chi è più piccolo/debole o di chi gli è stato insegnato a trattare come inferiore o tutti e tre i casi. Per questo ho sempre pensato che i due avessero avuto un certo tipo di atteggiamento nei confronti di Thorn e che le cinquantasei cicatrici che l'uomo ha sul proprio corpo, gli siano state inflitte in un lasso di tempo che va dalla sua permanenza a casa di Berenilde a quando si affranca dalla sua condizione di mantenuto e diviene dapprima Cancelliere e poi Intendente. Insomma, per una decina d'anni buona, anche se è complicato quantificare dato che non conosciamo l'età esatta dei personaggi.
Quando il tempo scorre all'indietro e ci fa vedere che i tre riuscivano a giocare insieme innocentemente sui bastioni con i dadi - prima che il padre di Thorn morisse, prima che la madre cadesse in disgrazia e prima di venir affidato alle cure di Berenilde - vediamo come certi insegnamenti non riuscissero ad inficiare l'innocenza che si ha quando si è bambini (ricordiamoci che Thorn è un bastardo: anche se per paura di ripercussioni, dato che la madre era una favorita di Faruk, nessuno avrà avuto il coraggio, all'epoca, di dire apertamente nulla, ma il bambino non sarà stato sicuramente ben voluto dal resto del clan dei Draghi fin dal principio - lo vediamo dal già citato tentato omicidio messo in atto dalla nonna o dall'episodio del veleno). La scena dei dadi deve veramente risalire alla primissima infanzia, quando Thorn viveva ancora con la madre, perché i tre sembrano guardarsi e relazionarsi tra loro come quando alle scuole materne non distingui dal colore della pelle, dalle differenti estrazioni di classi sociali, dagli abiti che indossi, dagli oggetti che possiedi. Nulla di tutto questo conta di fronte al prodigio di un bambino di, quanto, cinque o sei anni? che riesce a fare calcoli complicati a mente che i due fratellastri nemmeno si sognano (Freya deve verificarli su un pallottoliere e questo ci fa capire quanto siano delle operazioni elementari quelle che lei chiede al fratellastro di risolvere), e che per lui risultano pure essere noiosi!
Se la mia teoria è esatta, Thorn ha vissuto, in realtà, con la madre naturale fino ai 10-12 anni,
Spoiler:
, soffrendo di una solitudine e di un abbandono incredibili e molto probabilmente di malnutrizione e altri abusi psicologici che non vengono specificati che ne hanno predisposto il fisico ad essere così magro e poco ligio al nutrirsi o molto poco incline al contatto fisico e che poi, una volta che questa era caduta in disgrazia e prima di subire la Mutilazione gli passasse parte della propria Memoria mettendolo a parte dell'esistenza di Dio, sia stato affidato alle cure di Berenilde che, all'epoca, doveva aver già perso i figli e il marito. Essendo diventato un ragazzo particolarmente solitario e taciturno, la zia che ha imparato dall'esperienza della morte dei suoi tre figli naturali che tenerli a distanza non porta altro che guai - per usare un eufemismo - lo cresce tenendoselo accanto. Inoltre gli regala a 14 anni l'orologio da taschino che tutti noi conosciamo (questo lo sappiamo dal sito ufficiale dell'autriceLa Passe-Miroir). Lo ama e lo cura quasi come fosse il proprio figlio, pur non trattandolo come tale (non può, è rimasta troppo segnata dalla morte di Thomas, Petrus e Marion perché, in fondo, anche Berenilde è umana e pure lei ha bisogno di tempo per curare le proprie ferite), rendendolo più forte fisicamente, ma restando incapace di curare le sue disfunzioni psicologiche che si acuiscono con il senso di distanza, non privo di affetto, che si crea tra i due.
E voi che siete arrivati fino a qui cosa ne pensate a tal proposito? Fatemi sapere!
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Magmamemoria
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Thorn e il suo rapporto con Berenilde ed una ricostruzione temporale dell'infanzia di Thorn Empty Re: Thorn e il suo rapporto con Berenilde ed una ricostruzione temporale dell'infanzia di Thorn

Dom Gen 24, 2021 12:50 pm
La tua riflessione è ben strutturata e concordo col fatto che l'affetto di Berenilde per Thorn fosse forte ma non sufficiente, ma non credo che quello per i figli fosse tanto più forte: certo, la loro morte l'ha segnata, ma lei stessa ha ammesso di averli cresciuti da una certa distanza, di non aver saputo stare vicino agli altri figli dopo la morte di uno di loro. Secondo me il dolore di Berenilde per loro è legato, oltre che all'amore, al senso di colpa per aver causato la loro morte sia pure indirettamente, attraverso la propria posizione sociale (sono stati uccisi per ferire lei) e la propria incapacità di riprendersi abbastanza in fretta.

Quanto alle dimostrazioni di affetto per Thorn, non va dimenticato che i Draghi sono tutti affettivamente disfunzionali, quindi secondo me pur essendo Berenilde molto brava a muoversi in società e simulare emozioni non lo è altrettanto ad esprimere quelle che prova davvero, che si manifestano in scoppi improvvisi di affetto e violenza (come quando scatena i suoi artigli sul Cavaliere perché lo ha sorpreso ad avere atteggiamenti velatamente minacciosi nei confronti di Ofelia).
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